Tassa di successione: tutto quello che serve sapere

La perdita di un parente, oltre ad essere un grave lutto, porta con sé tutta una serie di implicazioni burocratiche e fiscali, prima fra tutte quella della tassa di successione. Ma di cosa si tratta esattamente? La successione è il passaggio dei beni del defunto ai suoi parenti più prossimi: conti correnti, proprietà, eventuali titoli, investimenti, e via di seguito. Su questi beni, in base al loro valore, si paga un diverso importo della tassa di successione.

Come funziona la successione?

La successione può avvenire per testamento, quando il defunto ha avuto modo di redigerlo, oppure può essere legittima, ossia in mancanza di un documento le sue proprietà passeranno automaticamente agli eredi più prossimi. In ogni caso, anche in presenza di un testamento, deve sempre essere rispettata la quota di legittimità, ossia quella parte del patrimonio che per legge spetta a figli e ad eventuali coniugi ancora in vita. Dunque se il coniuge e non ci sono figli sarà lui a ereditare tutto il patrimonio, oppure sarà diviso tra coniuge e figli nel caso vi siano più congiunti diretti.

tassa di successione 2018

Quali documenti servono per avviare una successione

La parte burocratica è preponderante quando si parla di imposta di successione: servono infatti tutta una serie di documenti che devono essere consegnati per poter dare avvio alle pratiche. Ecco quali sono:
1 – Il certificato di morte, che attesti, banalmente, l’avvenuto decesso.
2 – I codici fiscali del defunto e dei suoi eredi.
3 – Il certificato di residenza di entrambe le parti.
4 – L’eventuale testamento, se presente.
5 – La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti la situazione di famiglia originaria.
6 – Gli eventuali atti di acquisto di immobili o terreni se ve ne sono.
7 – Gli eventuali atti di donazione stipulati in vita dal defunto.
8 – Gli atti di vendita che il defunto ha stipulato negli ultimi sei mesi di vita.
9 – I documenti attestanti eventuali precedenti successioni.
10 – Le visure catastali delle proprietà possedute comprensive delle eventuali variazioni dei fabbricati.
11 – Il certificato di destinazione urbanistica in caso di possesso di terreni.
12 – La dichiarazione dell’istituto di credito in cui sono aperti i conti correnti o postali del defunto con il saldo e gli interessi maturati alla data del decesso.
13 – Le certificazioni della banca per il possesso di azioni o titoli e di eventuali somme maturate e mai riscosse.
14 – La fattura delle spese sostenute per il funerale.
15 – Le certificazioni delle spese mediche relative agli ultimi sei mesi di vita del defunto.
16 – I certificati bancari relativi a eventuali mutui ipotecari.
Insomma, serve tutta la documentazione possibile e bisogna raccoglierla alla svelta, per poter calcolare il totale complessivo patrimonio, a cui sarà applicata l’imposta di successione.
Fortunatamente in Italia, grazie alla franchigia, in vigore per gli eredi diretti, la maggior parte delle persone non deve pagare tale imposta, che è dovuta solo qualora si superi il milione di euro di eredità ricevuta da ogni erede.

Quali beni rientrano nella tassa di successione e quali no

La tassa di successione è dovuta relativamente a tutte le proprietà del defunto, con alcune eccezioni. Vediamo quali sono i beni che rientrano tra quelli per i quali l’imposta è dovuta.
1- Beni immobili (fabbricati e terreni di qualsiasi tipo)
2 – tutti i beni mobili, comprese vetture, gioielli, conti correnti, denaro, azioni, ecc.
3 – Eventuali aziende o partecipazioni societarie di qualsiasi tipo.
Quelli che invece sono esclusi dal pagamento della tassa di successione:
1 – Il Tfr del defunto e le altre indennità
2 – Per quanto riguarda le società, c’è l’esclusione dal pagamento della tassa di successione solo in caso di partecipazioni che consentano di acquisite o integrare il controllo della società, a patto però che per almeno 5 anni gli eredi proseguano l’attività di impresa e/o detengano il controllo della stessa.
3 – Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico
4 – Aziende familiari e partecipazioni sociali
5 – I beni culturali che sono stati sottoposti a vincolo culturale prima della successione.
6 – I crediti verso lo Stato o altri enti pubblici territoriali
7 – I veicoli iscritti al Pra, in quanto sottoposti a tassazione separata.

La tassa di successione nel 2018: cosa c’è da sapere

Intanto iniziamo con le buone notizie: non è stato previsto alcun aumento per la tassa di successione nel 2018, nonostante fosse previsto dalla Legge di Stabilità 2015, in cui si era ipotizzato un incremento delle aliquote. Per il momento quindi ogni incremento rimane solo sulla carta.
Tuttavia vi sono comunque diverse novità introdotte nel 2018. Tra cui in primis troviamo l’esonero, per gli eredi, dal presentare la dichiarazione di successione in caso di eredità inferiori ai 100mila euro qualora essa non comprenda beni immobili o diritti immobiliari. In caso contrario, la dichiarazione va fatta entro un anno. Questo provvedimento semplifica le successioni di valore modesto.

Pagamento della tassa di successione

Innanzitutto è bene sapere che con le nuove normative, a partire dal 1° gennaio 2018, è diventata obbligatoria la dichiarazione di successione online – laddove essa sia prevista – con utilizzo di un apposito software per compilare questo nuovo modello, che consente anche di calcolare le imposte di successione. La tassa va poi pagata obbligatoriamente tramite il modello F24.

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