Il mese di novembre ha portato una importante novità nel campo della normativa immobiliare, con effetti anche sui mercati. E’ stata introdotta, all’interno della visura catastale, l’indicazione della superficie commerciale degli immobili espressa in metri quadri.
Nonostante la riforma del Catasto sia ancora lontana, si tratta di un piccolo passo in questa direzione; una misura volta a rendere più chiaro il valore degli immobili stessi e a favorire un più preciso conteggio dell’importo della Tari, la tassa sui rifiuti urbani.
L’indicazione all’interno della visura catastale (il documento contenente gli atti e i documenti catastali riferiti ad un dato immobile) riguarda le unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria, appartenenti alle categorie A (abitazioni e uffici), B (uffici pubblici, ospedali, scuole ecc.) e C (box auto, cantine,magazzini).
I vantaggi per i cittadini
L’operazione, inizialmente sperimentata nei Comuni di Ravenna, Foggia e Brindisi, punta a fornire una maggiore trasparenza ai cittadini e a favorire il reperimento di tutte le informazioni utili ai fini della compravendita immobiliare.
In caso di compravendita di un immobile, infatti, non sarà più necessario avviare complesse procedure per verificare se la superficie indicata dal proprietario corrisponde a quella totale o a quella calpestabile, poiché il dato sarà già presente all’interno della visura catastale.
Inoltre, l’informazione risulta utile per effettuare una prima valutazione di base del valore commerciale di un immobile, pur tenendo conto del fatto che sono molti i fattori che concorrono a determinare la cifra finale della proposta sul mercato.
La superficie espressa in metri quadri presente all’interno della visura catastale diventa anche un importante strumento di verifica da parte di tutti i cittadini: è su questo dato che viene determinato l’importo della Tari.
Cosa succede per gli altri oneri fiscali?
Attenzione a non fare confusione: abbiamo espressamente parlato di Tari perché la nuova visura catastale influisce solo su questa imposta. Per le imposte relative alla casa (Imu e Tasi) si continuerà a fare riferimento alla rendita catastale. Almeno fino alla nuova riforma del Catasto, sarà questo dato l’unico rilevante, espresso sulla base del numero di vani dei quali si compone l’immobile.
Visure catastali e planimetria: cosa succede in caso di difformità
Con l’introduzione della superficie commerciale di un immobile espressa in metri quadri si rischia la comparsa di molti casi di difformità, legati al mancato aggiornamento del Catasto. Si tratta di una casistica tutt’altro che rara: ecco cosa fare se il problema ti riguarda.
La superficie commerciale espressa all’interno della visura catastale deve corrispondere alla superficie riportata all’interno della planimetria. In caso ciò non si sia verificato, è possibile formulare osservazioni e richiedere modifiche direttamente online, collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate.
Verificare queste informazioni è molto importante, anche in vista della Riforma catastale che dovrebbe giungere a conclusione nel corso del 2016: essa dovrebbe introdurre la determinazione anche del prelievo fiscale sulla base dei metri quadri.
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