Adorabili fonti di affetto incondizionato secondo alcuni, causa di disturbo e disordine secondo altri: la presenza di animali in condominio è spesso fonte di litigi tra i condomini. Dal 2013 non è possibile vietare la presenza di animali in condominio a chi desidera avere degli amici a quattro zampe, ma ci sono alcune importanti regole da rispettare. A queste si possono aggiungere alcune piccole accortezze per evitare che si generino contrasti e per poter vivere la loro presenza in casa e in condominio con gioia e serenità.
È sempre possibile ospitare animali in condominio?
A partire dal 2013, la Legge ha chiarito che nessun regolamento condominiale può vietare il possesso o la detenzione di animali all’interno del condominio. Tuttavia, a questa regola esistono delle eccezioni. Occorre infatti fare distinzione tra il regolamento contrattuale e il regolamento assembleare.
Il regolamento contrattuale è il regolamento approvato all’unanimità e predisposto dall’unico proprietario originario dell’edificio, oppure dal costruttore ed espressamente richiamato all’interno di ogni singolo contratto d’acquisto delle unità immobiliari. Se contenuto all’interno del regolamento contrattuale, il divieto di tenere animali all’interno del condominio è lecito e può continuare a sussistere.
Diverso il caso del divieto contenuto all’interno del regolamento assembleare, il quale può essere modificato in sede di assemblea e dipende dalla volontà dei condomini. La sua approvazione avviene previo consenso della maggioranza dei presenti all’assemblea; quest’ultimi devono rappresentare più della metà del valore dell’edificio affinché la delibera sia valida. Se il divieto di avere animali in condominio è stabilito da un regolamento assembleare, esso non è considerato valido: gli animali in questo caso devono quindi essere ammessi.
Sì agli animali in condominio, purché…
Superato lo scoglio burocratico, ci sono alcuni altri piccoli accorgimenti che possono essere messi in atto per far sì che l’animale non arrechi disturbo ai vicini e che non nascano spiacevoli litigi. I proprietari di animali domestici devono comunque ricordare che la presenza di animali non può comportare disturbo della quiete pubblica o essere causa della mancanza di rispetto delle norme igieniche.
I cani che abbiano possono essere motivo di lamentele: va precisato che se il fenomeno accade sporadicamente, molte sentenze hanno già chiarito che ciò non può essere considerato una fonte di disturbo della quiete pubblica. Il problema si presenta invece quando l’animale fa rumore nelle ore notturne o per un periodo di tempo prolungato: per evitare ciò, assicuratevi che il cane non resti solo per troppo tempo e, se necessario, provvedete a far insonorizzare le parti della casa utilizzate.
Il transito degli animali domestici nelle parti comuni è consentito dalla Legge, così come la circolazione dei gatti. È però cura del proprietario fare in modo che gli animali non sporchino, oppure provvedere tempestivamente alla pulizia. Allo stesso modo, è il proprietario dell’animale a dover rispondere per eventuali danni provocati dallo stesso.
Cosa fare in caso di situazioni problematiche?
Va sottolineato che esistono casi nei quali la presenza o la cattiva cura di un animale domestico può essere un reale problema per i condomini e che in questo caso la legge ne tutela i diritti. Il disturbo della quiete pubblica o la mancata igiene devono essere certificati da un ente tecnico apposito o da un medico. Anche i rumori molesti possono costituire un reato, se la loro presenza è continuativa nel tempo, segnalata da più persone e se è causa di disturbi psicofisici legati alla sua incessante presenza. Per i proprietari che lasciano i propri animali domestici incustoditi di frequente e per lungo tempo potrebbe delinearsi il reato di omessa custodia.
In questi casi, i condomini potranno intervenire tramite assemblea condominiale oppure ricorrendo al Giudice di Pace per il risarcimento dei danni e, nei casi più gravi, per l’allontanamento dell’animale.
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