La cedolare secca del 10% sugli affitti a canone concordato e quella del 21% sugli affitti a canone libero sono state ufficialmente confermate: la Legge di Bilancio ha sancito la proroga per tutto il 2018. La normativa ha stabilito, inoltre, modalità e tempi di pagamento: continua a leggere per scoprire come sfruttare tutti i benefici della cedolare secca nel corso del 2018.
Cos’è la cedolare secca al 10% e al 21%
La cedolare secca è una imposta sostitutiva agevolata sugli affitti stipulati a canone concordato, grazie alla quale è prevista una tassazione fissa al 10%. Questo particolare regime risulta conveniente poiché il proprietario potrà versare una imposta fissa, non dipendente dal reddito, mentre l’affittuario potrà usufruire di un canone mensile generalmente più basso rispetto a quello che invece andrebbe a sostenere al di fuori del regime agevolato.
Lo stesso vantaggio lo si riscontra con la cedolare secca applicata agli affitti a canone libero, con una aliquota fissata in questo caso al 21%. Le aliquote della cedolare secca sostituiscono tutte le altre spese:
• l’Irpef e tutte le addizionali
• l’imposta di registro del contratto di affitto
• l’imposta di bollo di 16 euro.
Quando la cedolare secca può essere applicata
La Legge di Bilancio 2018 ha chiarito tutti i casi nei quali è possibile ricorrere alla cedolare secca e i requisiti che devono essere rispettati. Ecco tutti i criteri di riferimento per la cedolare secca al 21% e per la cedolare scca al 10%:
- la cedolare secca al 21% può essere applicata a tutti contratti di locazione a canone libero;
- la cedolare secca al 10% può essere applicata a tutti i contratti di locazione a canone concordato 3+2 stipulati in comuni con carenza di soluzioni abitative, densamente popolati, contratti transitori, contratti d’affitto a studenti universitari o in comuni colpiti da calamità naturali.
- La cedolare secca 10% si applica, inoltre, in favore dei contratti transitori stipulati nel 2018, non inferiori ad un mese e non superiori a 18 mesi.
Cedolare secca: quanto si paga
Vediamo quindi come calcolare, in concreto, l’importo da versare nel caso di stipula di un contratto di affitto con cedolare secca, nei due casi previsti: aliquota al 10% per gli affitti a canone concordato e aliquota al 21% per affitti a canone libero.
Caso 1 – affitto a canone concordato
Consideriamo un affitto mensile di 500 euro con canone concordato: applicheremo l’aliquota del 10%. Dunque:
500×12 = 6000
10% di 6000 = 600.
La quota annua da versare, dunque, sarà pari a 600 euro.
Caso 2 – affitto a canone libero
Consideriamo ora un affitto a canone libero a 500 euro mensili. Avremo un totale di 6000 euro annui, al quale applicare l’aliquota del 21%.
21% di 6000 = 1260.
La quota annuale da versare, in questo caso, ammonterà a 1260 euro.
Cedolare secca: quando si paga
La Legge di Bilancio 2018 ha definito anche i termini di pagamento della cedolare secca, tramite modello F24 in fase di dichiarazione dei redditi per dichiarazioni effettuate tramite Modello Unico e tramite trattenute in busta paga per dichiarazioni effettuate tramite il modello 730.
La cedolare secca si paga sulla base di quanto dichiarato relativamente all’anno precedente, dunque verrà versata da chi ha affittato casa nel 2017, mentre per chi inizia ad affittare casa nel 2018 le prime scadenze si avranno nel 2019.
La cedolare secca va versata in due macro tranche: una pari al 95% della somma dovuta, da versare nel 2018, mentre il restante 5% va versato il 30 giugno 2019. Per quanto riguarda l’acconto, abbiamo due possibili casi:
Caso 1 – importo inferiore a 257,52 euro: l’acconto va versato in una unica soluzione entro il 30 novembre 2018.
Caso 2 -importo superiore a 257,52 euro: l’acconto va diviso in due rate.
La prima rata prevede il saldo del 40% dell’acconto entro il 30 giugno.
La seconda rata prevede il saldo del 60% dell’acconto entro il 30 novembre.
Cedolare secca 2018: a chi conviene?
La cedolare secca comporta una serie di vantaggi fiscali e di semplificazione: produce un risparmio economico (sostituisce sia le imposte di bollo, sia le imposte di registro) ed è ideale per chi desidera contare su cifre fisse, facilmente prevedibili e su una gestione semplice del proprio contratto d’affitto.
Il regime della cedolare secca è revocabile in qualunque momento ma, per tutta la sua durata, non permette di effettuare adeguamenti o aumenti del canone mensile. La cedolare secca, inoltre, impone la rinuncia alla detraibilità e dunque può portare alcuni svantaggi a chi non ha altre fonti di reddito dalle quali detrarre eventuali spese mediche, interventi edilizi eccetera.
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